Cosa fare in caso di divorzio? Come agire, qualora ci si dovesse trovare in questa spiacevole situazione, per affrontare un divorzio “serenamente”? Per fugare tutti i vostri dubbi su un tema così delicato, lo Studio Legale Nuovi Avvocati è a vostra disposizione per una prima consulenza gratuita. In seguito, potrete affidarvi all’assistenza legale dello Studio garantita dall’esperienza pluriennale di professionisti di prim’ordine. Gli avvocati esperti in diritto di famiglia sono altamente preparati e competenti in molteplici ambiti, tra i quali separazione e divorzio, nonostante gli onorari contenuti.
Il divorzio giudiziale: quando può essere richiesto
Qualora marito e moglie non trovino un accordo sulle condizioni di divorzio o nell’ipotesi in cui una delle due parti non voglia concederlo all’altra, si può richiedere l’intervento da parte del Tribunale. In questo caso parliamo di scioglimento dell’atto di matrimonio attraverso un procedimento definito divorzio giudiziale. I temi fondamentali su cui spesso si fatica a trovare un punto d’incontro in autonomia sono svariati. Tra i più comuni vi sono l’assegnazione della casa familiare, l’importo dell’assegno divorzile di mantenimento del coniuge, la divisione dei beni o l’affidamento dei figli. Il divorzio giudiziale può essere chiesto da una delle due parti in causa anche per molteplici gravi motivi, tra cui la condanna ad una pena superiore a quindici anni per uno o più delitti non colposi.
Il divorzio a domanda congiunta: le differenze con quello giudiziale
Caso opposto a quello giudiziale è il divorzio a domanda congiunta. Esso fa riferimento sempre al procedimento giudiziario per lo scioglimento del matrimonio, ma viene avviato consensualmente da entrambi i coniugi. Questi, infatti, avranno già precedentemente stabilito di comune accordo tutte le condizioni che andranno a regolare la fine del loro vincolo coniugale. La differenza è netta anche nel patrocinio legale: mentre in quello giudiziale ogni coniuge deve essere necessariamente assistito da un diverso difensore, nel divorzio congiunto la coppia può essere rappresentata da un unico avvocato. L’iter, inoltre, è decisamente più snello, economico e rapido e la domanda viene presentata come un ricorso che verrà poi comunicato all’ufficiale dello stato civile dove il matrimonio è stato trascritto. A questo andranno allegate le ultime dichiarazioni dei redditi di marito e moglie, l’atto di matrimonio, il certificato di stato di famiglia, quello di residenza di entrambi, la copia della sentenza di separazione e la nota di iscrizione al ruolo.
Assegno divorzile: la sentenza n.18287/2018
In base all’articolo 5 sesto comma della Legge n.898/1970, il Tribunale, a seguito della sentenza di divorzio, può disporre la corresponsione di un assegno divorzile periodico. Questo sarà a favore del coniuge che non dispone di mezzi adeguati oppure non sia in grado di procurarseli per ragioni oggettive. Tutti i criteri inclusi nella norma come le ragioni della decisione, le condizioni e il reddito dei coniugi, il contributo alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio dovranno essere valutati dal Giudice anche in rapporto alla durata del matrimonio. La sentenza n. 18287/2018 delle Sezioni Unite ha segnato una svolta in materia, dal momento che ha decretato il superamento del principio del tenore di vita dei coniugi, come parametro per la determinazione dell’importo dell’assegno divorzile.